Il capitalismo ha trovato la migliore soluzione per appianare il conflitto sociale delle minoranze verso il potere.
Assorbire, digerire, trasformare tutto in profitto.
Che ciò sia successo anche con le soggettività lgbtqia+ non serve ribadirlo.
Quello di cui ci interessa discutere è di come distruggere l’assorbimento da parte della società capitalista delle istanze lgbtqia+.
La gentrificazione ha portato invasioni di unicorni, shopping-bag arcobaleno, cartoline su matrimoni same-sex, fenicotteri, qualsiasi cosa arcobalenabile è stata già messa in vendita, per poi arrivare durante giugno a esplodere con il pride-brand.
Vitasnella con un’allusione a stonewall “le rivolte di stonewall sono iniziate con il lancio di una bottiglia, quindi noi lanciamo la rainbow bottle vitasnella°TM.”. E masse di froce sotto a festeggiare, credendo che davvero a un’azienda multinazionale gliene freghi qualcosa della libertà lgbtqia+. Le rivolte di stonewall sono iniziate con una bottiglia molotov, non di plastica, è svilente vedere persone che gongolano davanti a una presunta vittoria, per aziende che un mese l’anno brandizzano anche la questione pride, mentre 365 giorni all’anno finanziano gruppi fascisti e omotransfobici, e quando non finanziano loro finanziano devastatori della terra, guerrafondai, sfruttatori di ogni tipo.
E così mentre H&M rivende magliette femministe e con unicorni in ogni forma e colore, crea pubblicità razziste, sfrutta lavoratric@ in Asia e si prende i vostri soldi e supporto non facendo assolutamente niente per le persone lgbtqia+.
Benetton, coca-cola, nestlè, persino mastercard e mc donald.
Praticamente abbiamo vinto, sono tutti dalla parte nostra. Poco importa che a Byalistok in Polonia il pride sia stato assaltato da bande di nazisti con la collusione della polizia. A nessunx viene in mente che mentre sorseggiate il succo skipper rainbow, le persone trans vengono massacrate a un ritmo raddoppiato rispetto agli scorsi anni, le leggi antigay aumentano e l’omotransfobia galoppa verso una storica ribalta anche nell’europa dove ora vi sentite tanto tranquill@ perchè “la situazione non è come a dubai”. Poco importa della sierofobia che torna a causare esclusione e violenze verso i/le/lu sieropositiv@, anche qui dove ora che ci son,o le unioni civili sembra che tutto sia risolto.
Abbiamo la cocacola rainbow, tutti i negozi ci riempiono gli scaffali di unicorni, il mondo ormai è gay friendly, ce l’abbiamo fatta. Alla prossima aggressione potremmo ripulirci con le salviettine rainbow di Tiger.
Mentre le aziende fanno i milioni sui nostri culi, noi continuiamo a subire la violenza dell’eteropatriarcato, credendo che ciò succeda di meno perchè ci pestano per strade riempite di fenicotteri rosa e arcobaleni.
Una vittoria che un’azienda si schieri dalla “Nostra parte”.
Non vi sentite proprio pres@ per il culo? Davvero siete felici nel sapere che la mastercard, che finanzia i peggio gruppi omotransfobici e fascisti, scende al NYpride con lo striscione “accept everyone”, perchè scrivere vogliamo i vostri soldi, era un po’ brutto.
Il capitalismo è gay friendly, mentre continua il suo comodo lavoro di sfruttamento di lavoratoru/tricu, distruzione della terra e repressione di ogni libertà.
A tutto ciò si può reagire?
Crediamo nell’esproprio come mezzo molto più utile di un boicottaggio o qualsiasi mezzo praticabile nella legalità. Essere froc@ ci ha insegnato che la legalità è un confine facilmente scavalcabile quando la tua stessa esistenza è illegale.
L’esproprio della merce è una pratica in cui confidiamo come forma di resistenza alla mercificazione delle nostre esistenze e lotte.
L’esproprio è un mezzo con cui intendiamo ribadire che i nostri culi sono in vendita solo per chi o quando decidiamo noi,e che solo noi dobbiamo guadagnarci, nessun altrx.
L’esproprio della merce è un danno diretto a quelle aziende che pretendono di guadagnare a spese nostre, mentre supportano chi ci vuole mortx.
L’esproprio è un mezzo con cui aumentare la qualità della nostra sopravvivenza in un mondo che ci vuole far sparire, è una pratica di autodeterminazione cui intendiamo riappropriarci, che ci è sempre appartenuta e che abbiamo sempre rivendicato finchè non ci siamo vendutx a quelle poche briciole ottenute dopo la commercializzazione della lotta frocia.
Gli unicorni ci piacciono o ci schifano, dipende da ognunx di noi, ma non permettergli più di venderli, di guadagnare su di noi, è il minimo sindacale che dobbiamo ottenere.
Le aziende e i brand vogliono mettere i rainbow sulla loro merce per supportare la comunità lgbtqia+? Benissimo, crediamo allora che quel supporto possa passare solo tramite il far si che tutta quella merce rainbow sia gratuita per tutte le soggettività LGBTQIA+, senza se e senza ma.
Se vogliono supportare la comunità lgbtqia+, che tale comunità si prenda tutto ciò di cui necessita, per facilitare di molto la nostra esistenza.
CONTRO I LORO BRAND, ESPROPRIO FROCIALISTA! RUBIAMO GLI UNICORNI! PRENDIAMOCI IL LUSSO!